lunedì 4 febbraio 2013

Sostegno durante il parto

Le relazioni e gli studi randomizzati sul sostegno durante il travaglio da parte di una
singola persona “una doula” ostetrica o infermiera, hanno dimostrato che una continua
presenza empatica e fisica durante il travaglio porta numerosi benefici:
• travaglio più breve;
• una significativa diminuzione dell’uso d’analgesici, farmaci e anestesie;
• un indice di Apgar maggiore di 7;
• diminuzione dei parti operativi
(Klaus et al.1986, Hodnett & Osborn 1989, Hemminki et al.1990, Hoymeyer et al.1991).
Questa relazione riconosce come “doula” una figura femminile che possiede nozioni
basilari sul travaglio e sul parto e che conosce una vasta gamma di procedure
d’assistenza. Lei fornisce sostegno affettivo consistente in lode, rassicurazione, e da
consigli per migliorare il confort, fornisce inoltre un contatto fisico quale massaggi,
touching, spiega alla donna cosa le sta accadendo, nelle fasi del travaglio e del parto, e,
soprattutto, le fornisce una costante presenza amichevole.
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Questi compiti possono essere svolti anche dall’ostetrica o da un infermiera, ma spesso
queste devono adempiere a anche a quelle procedure tecnico-mediche che distolgono
la loro attenzione dalla madre. In ogni caso la presenza costante ed un sostegno
empatico hanno ridotto significativamente l’ansia e la sensazione di non essere state in
controllo e quindi di aver vissuto un brutto parto nelle donne nelle 24 successive la
nascita del bambino. Questo ha un effetto positivo anche sull’allattamento al seno 6
settimane dopo il parto.
Una donna in travaglio dovrebbe essere accompagnata da persone di fiducia, persone
con cui si sente a suo agio: il suo partner, la sua migliore amica, la “doula”, l’ostetrica. In
alcuni paesi in via di sviluppo queste persone possono essere anche T.B.A.
Generalmente saranno persone già conosciute durante la gravidanza. Gli assistenti
professionali al parto devono avere dimestichezza sia con i compiti di sostegno sia con
quelli medici che devono essere in grado di eseguire con competenza e sensibilità.
Uno dei compiti di sostegno dell’assistente è quello di dare alla donna tutte le
informazioni e le spiegazioni che lei desidera. Inoltre dovrebbero avere la possibiltà di
adeguare i loro servizi alle esigenze specifiche di ogni donna. Questo tramite
un’organizzazione flessibile dei propri schemi di lavoro poiché non esiste un protocollo
universale per ogni donna.
Tutto ciò implica dei costi, perciò diventa anche un problema politico. E’ necessario che
sia i paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo indirizzino e risolvano questi problemi nel
modo a loro più adatto.
In conclusione, un parto naturale, sempre che sia a basso rischio, necessita soltanto di
un’attenta osservazione da parte di personale istruito, in grado di cogliere eventuali e
precoci segni di complicazione. Non è necessario alcun intervento bensì
incoraggiamento, sostegno e cura empatica. E’ possibile dare delle linee guida su ciò
che è necessario per proteggere e sostenere un parto naturale., ma ogni paese dovrà
adattare queste linee alle proprie specifiche situazione come pure alle necessità di tutte
le donne. Si dovrà investire in quei servizi che possano garantire quegli interventi
basilari adeguati alle necessità delle donne gravide a basso, a medio ad alto rischio e
con complicazioni.
(MATERNITA’ SICURA
Guida Pratica
all’assistenza al parto fisiologico,
al parto naturale
Guida prodotta dall’Organizzazione Mondiale
Sanità che si basa sugli studi scientifici
Evidence based
OMS Ginevra 96)

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